Affidare o affibbiare?
Oggi ho parlato con un collega a cui hanno comunicato che gli avrebbero cambiato ruolo. La sua reazione emotiva è stata un mix di delusione, nervosismo e disillusione.
Delusione perché in realtà quel ruolo gli era già stato promesso due anni prima e lui all’epoca ne era felice, ma poi continue procrastinazioni hanno rivelato che non si trattava di una proposta per farlo crescere, ma per far crescere magari altri colleghi e affidargli (o affibbiargli) quella mansione che rimaneva scoperta…
Nervosismo perché, alla fine, nel presente, il passaggio di consegne non è così chiaro: si ritroverà a seguire la nuova mansione e contemporaneamente portare lo strascico del suo attuale ruolo, o meglio “ruoli”, perché già oggi si ritrova a fare un po’ il “tappabuchi” di altre situazioni di altri uffici…
Disillusione perché il nuovo ruolo sarà disegnato all’interno di un organigramma “chiuso”, senza possibilità di crescita per diverso tempo, perché il suo superiore ricoprirà sicuramente la sua posizione per molti anni…
Quante volte ti sarai trovato in un loop di questo genere, dove ti senti costretto a dover sopportare una situazione senza via di uscita, dove non c’è un solo elemento che sembra dipendere da te e quindi sotto il tuo controllo?
Bene… la notizia è che nonostante tutte le cose che ci capitano, o che gli altri ci fanno capitare, c’è sempre una cosa che dipende da te e che è importante ricordare: “tu sei un essere umano”! e in quanto tale puoi sempre ritornare in connessione con i tuoi valori di appartenenza, partendo dal dispiacere che provi, per arrivare all’accettazione della tua condizione, fino alla sicurezza di agire per come sei.
Agire per come sei! E non per come ti fanno sentire le situazioni che vivi!
(evento traumatico) “Mi sta piovendo addosso qualcosa di negativo!”
(mi permetto di reagire in modo sincero) “Non me l’aspettavo e sono spiazzato…”
(realizzo la mia reazione emotiva) “Mi dispiace che stia succedendo, perché potevo non trovarmi in questa situazione in questo momento…”
(mi riporto alla realtà) “Riconosco che adesso sono in difficoltà ma so anche che sotto ci sono sempre io e non sono cambiato di una virgola…”
(mi riporto ad uno stato attivo) “Quindi posso continuare ad agire secondo come sono!”
Ora sono pronto emotivamente per la ricerca di soluzioni, e riuscirò sicuramente a vederle meglio, perché non perdo più tempo ed energie ancora a pensare che non me lo merito!
Ti auguro di fare questa bellissima esperienza dentro di te!